Rigore armonico - Amadio e Brunello


AMADIO AND BRUNELLO: THE RIGOUR OF HARMONY TAKES OVER THE SPACE

 

Lucio Fontana said: “Everyone taught that I wanted to destroy; however, that’s not true, since I have created, not destroyed”. Through these words, the author changed the meaning of canvas in painting, going towards a further discovery of the world. Since that moment, the surface of the canvas presented a third (or fourth) dimension. In Italy, Lucio Fontana’s artistic revolution has been carried on by Enrico Castellani, known for his works including sophisticated rhythmic and plastic reliefs. He is then followed by Agostino Bonalumi, famous for the extroversions of his works, which suggest optical tricks. At the end, we found Paolo Scheggi and the attempt to run away from perception in his main works. This artistic innovation has led to further researches and has influenced several major artists, such as Giuseppe Amadio and Stefano Brunello.

Amadio invented his own harmony, influenced by ornamental lines and modules, which create structures easily captured by the viewer’s gaze. In his monochromatic art works, colors have a leading role: red turns into magenta, blue is highlighted in several occasions, yellow softens the light, while ivory-white or grey give us a sense of lightness.

The enchantment caused by the view of the picture makes the viewer want to touch the diagonal lines representing strong waves or miming a rain of petals, lightly scattered on the surface. Harmonic paintings are thus created and softly destroyed, and silences and pauses slowly arise to embody the musicality of the entire work. In particular, if Bine (2007) seems to emerge from the silvery pallor of nipples in rapid dissemination (a concept taken from the work Vibrazione luce), Aunti (2010) focuses instead on the representation of delicate flowerings in yellow tonal variations, which point out the caresses of glances. 

Crube (2010) is a shaped canvas which seems to be influenced by Fontana’s cutting technique, except for the attempt to give the line a certain flexibility and to go beyond without affecting dramatically the surface of the canvas. After that, the flexuous line intersects diagonally the canvas and divided it into two by creating internal volumes. Furthermore, it alternates with the disseminations which portray the paths of a sharp creativity. This relief-cutting technique represents the divergent lips towards the external top corner of the canvas Il colore dell’amore (2014), while the artwork Ineguagliabile energia (2014) depicts dilatant harmonies.

These are clear examples of a concept having an interesting variant in the carving technique, which divides vertically the space in the piece of art L’esteta supremo.  The artworks of the current year made use of these lines, and they have been of great interest for Giuseppe Amadio. In fact, these lines are visible in his series of works realized with yellow tones (Pile), green tones (Nilaki) and black ones (Tamis), where an arch generates a shadow by the contact/contrast with the double surface. That is how space is interpreted in the suspension of time.

Brunello, instead, adopts a finest geometric approach in the development of the same topic. In fact, the mental and design process takes over the space and it is responsible for the evolution of the gesture, which reveals itself naturally as the outcome of that accurate process. This can be noticed in Labirinto-Lebu (2007), where compositional modules present a repeating order, and in Progressione (2008), where the use of red generates a sort of central fire which determines the dots to highlight.

A mental and schematic approach, similar to that adopted by Enrico Castellani, is found in the artworks Progressione in and Progressione out (2010), which present a series of tiny cavities. This approach has also been adopted in the making of Struttura, with the only difference that it shows rims around the carvings.

On one hand, a range of expressive solutions given to the artist through the acquisition of freedom, lead him to the third dimensional illusions of Architettura. Piero della Francesca doppia via di fuga (2010) and Cube (2013). On the other hand, these solutions help the artist to test the perceptual method focusing on the vortex typical of the work Progressione-Pitagora or Struttura cubo, which has been reproduced several times over 2015 and whose shape is the result of the lay-out and seize of introflexions.

Piero della Francesca’s work Struttura is characterized by this perspective play, which mainly deals with the complex architectural order that the artist represented in Flagellazione, i.e. il Cristo alla colonna. Thus, the concepts of progression and vanishing point belong to Brunello’s artistic vocabulary; he, in fact, focuses on a progressive development which seems to go beyond the canvas and which depicts optical effects in the use of the three-dimension.

All of this is also represented in several works produced over 2015: Radiale, characterized by a double growing development, and Struttura radiale, characterized by an extension outwards. Instead, Progressione capriccio and Loop capriccio are characterized by the artist’s perceptual exaltation which reflects the idea of an inner image. At this stage, the concept of space becomes a questionable element headed towards an endless creation.

 

AMADIO E BRUNELLO: IL RIGORE DELL’ARMONIA CONQUISTA LO SPAZIO

“Tutti hanno pensato che io volessi distruggere: ma non è vero, io ho costruito, non distrutto”. Con queste parole Lucio Fontana assumeva nel contempo su di sé il peso e la leggerezza di un gesto che ha cambiato il significato della tela in pittura trasformando la sua intangibile sacralità in occasione di ulteriore scoperta del mondo. Da quel momento la superfice della tela conquistava una terza ( o una quarta ) dimensione. In Italia il Fontana dei “buchi” e dei “tagli” troverà nell’Enrico Castellani dei ritmici, plastici rilievi di labile e raffinata evidenza un degno continuatore della sua rivoluzionaria intuizione, seguito da Agostino Bonalumi con quelle estroflessioni che suggeriscono giochi ottici e suggestioni tattili; sarà quindi la volta di Paolo Scheggi ad attivare una seducente fuga percettiva nella sequenza degli scavi ovoidali sovrapposti. Questo seme innovativo ha prodotto interessanti frutti di ulteriore ricerca e di conseguente evoluzione creativa come si può dedurre dalle opere di Giuseppe Amadio e di Stefano Brunello.

Amadio ha escogitato e alimentato una personale armonia inseguendo linee e moduli ornamentali:  così fioriscono sulla superficie strutture che sembrano composte per essere sciolte dallo sguardo. Le sue argomentazioni monocrome chiamano alla ribalta preferibilmente un rosso che volge verso il magenta; in un’altra occasione viene ricercata invece l’esaltazione del blu; il giallo, quando appare, sembra voler attenuare un’intima luce mentre il bianco avorio o il grigio espongono una recondita leggerezza partecipativa. L’incanto della visione sembra attivare il desiderio del tatto lungo le tracce diagonali che disegnano i rapidi colpi di un’onda o mimano una pioggia di petali da distribuire in dolce rilievo sulla superficie che li accoglie come un incantevole dono percettivo. Così si formulano e si sciolgono isole di disegni armonici in delicato fermento e si creano vuoti di respiro al pari di silenzi o di pause che accrescono e completano la musicalità dell’intera composizione.      Scendendo nel particolare, se Bine del 2007 sembra emergere dal pallore argenteo di puntuti capezzoli in fluida disseminazione ( un concetto ripreso dal roseo acrilico intitolato Vibrazione    luce ), Aunti del 2010 intenderebbe seminare nelle varianti tonali del giallo delicate infiorescenze che raccolgono nelle punteggiature interne le carezze degli sguardi. Del medesimo anno è Crube, una tela sagomata che parrebbe voler attingere dall’idea fontaniana del taglio il proprio percorso, salvo mutarlo concettualmente non solo esercitando una modulata flessibilità della linea ma  ricercando l’oltre senza incidere traumaticamente la superficie ma elevandone l’elaborato contorno verso l’osservatore. Da quel momento la linea sinuosa, che attraversa diagonalmente la tela sovente sdoppiandosi nel procurare volumi interni al suo percorso di luci e di ombre, si alterna alle disseminazioni che disegnano a getto o a organica composizione i percorsi di una sorvegliata creatività. Infatti questa soluzione di taglio a rilievo propone le sue labbra seduttive e divergenti verso l’estremo margine superiore della tela ne Il colore dell’amore del 2014 mentre Ineguagliabile energia dello stesso anno gioca con armonie delicatamente compressive e dilatanti. Sono gli esempi di un concetto che trova un’interessante variante nel percorso mediano dell’incisione a rilievo che separa verticalmente lo spazio nella luminosità de L’esteta supremo. Anche nelle opere di quest’anno tali linee-forma acquisiscono un importante valore dichiarativo per Giuseppe Amadio: lo possiamo constatare nella sequenza di lavori risolti nei toni del giallo ( Pile ), del verde ( Nilaki ) e del nero ( Tamis ) dove un arco solleva e determina un’ombra nel contatto-contrasto con la doppia superficie. Così viene declinato e interpretato lo spazio nella distillata sospensione del tempo che pretende una diversa misura.

In Brunello emerge invece un approccio più rigorosamente geometrico nell’affrontare un tema parallelo. Nel suo caso è un determinato processo mentale e progettuale a conquistare lo spazio e a formulare il calcolato divenire del gesto che si dispiega con distillata naturalezza quale prezioso frutto di un simile intendimento. Lo si denota già in Labirinto-Lebu del 2007 dove gli affini moduli compositivi vengono collocati secondo un ordine ripetitivo e speculare; in Progressione del 2008 l’espansione radiale nel rosso vivo di base parte da un fuoco centrale che determina e controlla il divenire dei punti da evidenziare. Un approccio mentale e schematico simile a quello attivato da Enrico Castellani ( ma perseguendo altri risultati percettivi ) nel disporre sulla superficie i suoi elementi di sistematica attrazione visiva: lo si può constatare nella Progressione in e nella Progressione out del 2010 ovvero nei piccoli incavi in serie che capovolgono il criterio privilegiato da Castellani; un approccio ribadito nella coeva Struttura con la variante degli aloni intorno alle piccole e metodiche incisioni. Altrimenti è una sorvegliata libertà espansiva a procurare all’artista una varietà di soluzioni espressive che da un lato lo fanno approdare alle illusioni tridimensionali di Architettura. Piero della Francesca doppia via di fuga dello stesso anno e a Cube del 2013; dall’altro lo inducono a sperimentare il crescendo percettivo nell’accennato vortice che caratterizza Progressione-Pitagora o la Struttura cubo replicata in varie tonalità nell’arco del 2015 dove la forma viene rivelata dalla disposizione e dalla dimensione delle introflessioni. Anche la recente, aspirante e avvolgente Struttura. Piero della Francesca rientra in questo gioco prospettico che ha come ideale riferimento il complesso ordine architettonico in cui il maestro aretino ha inserito la Flagellazione ovvero il Cristo alla colonna. Dunque il termine dichiarato di “progressione” e quello più implicito di “fuga” appartengono al vocabolario comportamentale di Brunello che in tal modo lascia intendere un continuo divenire a un ritmo concettuale espansivo che sembra voler proseguire infatti al di là dei limiti concessi dalla tela e che propone anche suggestivi effetti ottici quando viene chiamata in causa la tridimensionalità. Tutto ciò viene esaltato in ulteriori opere del 2015: per esempio nella duplice crescita espansiva che converge nella diagonale del notturno Radiale mentre Struttura radiale persegue oltre i margini laterali un fluido rimando verso l’esterno. Invece Progressione capriccio e Loop capriccio trovano nell’invenzione un motivo di sorpresa che coinvolge l’autore stesso: l’esaltazione percettiva del percorso sembra riflettere l’idea di un’immagine interiore. A questo punto lo spazio concesso dal supporto che accoglie l’opera diventa un elemento opinabile al pari del tempo che misura i passi di una creazione potenzialmente senza fine.

Luciano Caprile  

 

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